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Il nuovo “Canone unico” comunale e la strana interpretazione per i reseller
Staffetta Quotidiana
Il nuovo “Canone unico” comunale e la strana interpretazione per i reseller
Una questione spinosa per il settore energia elettrica e gas. L’analisi di Filippo Momi, partner, e Andrea Finotti, senior associate dello studio di consulenza tributaria e legale Pirola Pennuto Zei & Associati. Negli ultimi mesi, diversi Reseller di energia elettrica e gas stanno ricevendo, da parte di alcuni Comuni, inaspettate richieste di pagamento del “nuovo” Canone unico previsto dall’art. 1, c. 831, della Legge di Bilancio 2020 (L. 160/2019), in relazione alle occupazioni permanenti con cavi e condutture per la fornitura di servizi di pubblica utilità – che, dal 2021, sostituisce, inter alia, Tosap e Cosap – pena l’emissione di atti esecutivi per il recupero dell’entrata. La motivazione posta a fondamento di tali richieste risiede in un asserito allargamento generalizzato, ad opera della L. 178/2020 (Legge di Bilancio 2021), della platea dei soggetti tenuti al pagamento del Canone, non più limitata al solo titolare dell’atto di concessione dell’occupazione di suolo pubblico, ma estesa anche ai soggetti occupanti “in via mediata”, attraverso l’utilizzo delle infrastrutture altrui. La legittimità di tale pretesa appare discutibile.