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Escluso il reverse charge interno per i soggetti passivi non residenti senza partita IVA. Articolo di Francesco Zondini, Associate Partner di Studio Pirola
Finanza & Fisco
Escluso il reverse charge interno per i soggetti passivi non residenti senza partita IVA
Tramite la sentenza n. 10152 del 28 maggio 2020 (riportata nelle pagine seguenti), la Corte di Cassazione ha negato l’applicazione del reverse charge alle operazione di cessione di rottami ferrosi previste dai commi 7 e 8 dell’art. 74 del D.P.R. 633/72 nei confronti di cessionari non residenti. La contestazione avanzata dall’Agenzia delle Entrate aveva ad oggetto l’errato trattamento IVA riservato alla cessione di rottami ferrosi effettuate da parte di una società italiana nei confronti di soggetti passivi comunitari non residenti e non stabiliti nel territorio dello Stato, nonché privi di identificazione o rappresentante in detto Stato membro. In particolare, il cedente aveva emesso fattura senza l’applicazione dell’IVA, avendo ritenuto che detta cessione dovesse soggiacere al regime “speciale” del reverse charge “interno” riservato alle cessioni di rottami ex commi 7 e 8 del sopracitato art. 74. Di contro, l’Ufficio, non ritenendo applicabile il meccanismo del reverse charge a tale fattispecie, aveva emesso avviso di accertamento con il quale venivano contestati l’errata fatturazione e il conseguente mancato versamento dell’IVA relativa a detta operazione, non sussistendo i presupposti per l’applicazione di detto regime, benché si trattasse di un’operazione avvenuta in Italia tra soggetti passivi IVA.