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Tax planning sulle donazioni
ItaliaOggi
Tax planning sulle donazioni
L’Italia è seconda al mondo per franchigie di esenzione nel caso di successioni e le donazioni in vita non scalfiscono il beneficio. Il dato che emerge dal report Ocse pubblicato lo scorso 11 maggio dal titolo «Inheritance Taxation in Oecd Countries» (si veda ItaliaOggi del 12/5/21) è ancor più rilevante se si considera il recente arresto della suprema corte di cassazione (sez. trib) del 20 ottobre 2020, n.22738 con cui è stato escluso che le donazioni in vita possano erodere le franchigie di non imponibilità (cd. principio del cumulo del donatum con il relictum). Con tale pronuncia, la suprema corte di cassazione aveva infatti confermato un indirizzo giurisprudenziale ormai consolidato secondo cui l’art. 8, comma 4, del dlgs 346/1990 deve ritenersi tacitamente abrogato stante la soppressione della progressività dell’imposta ad opera della legge 342/2000 e pertanto, all’apertura della successione, le donazioni in vita effettuate dal defunto agli eredi non si cumulano con l’importo della franchigia. Secondo il report Ocse, molte giurisdizioni prevedono l’esenzione per i trasferimenti mortis causa in favore del coniuge (es. gli Stati Uniti o il Regno Unito) e in favore dei figli.